Cristo è per tutti – Predicazione di Pentecoste 9


Predicazione tenuta dal pastore Peter Ciaccio per il culto di Pentecoste (15 maggio 2016), in cui sono stati ammessi 8 nuovi membri di chiesa.

Pietro disse: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. Questa è la parola ch’egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti. Voi sapete quello che è avvenuto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nel paese dei Giudei e in Gerusalemme; essi lo uccisero, appendendolo a un legno. Ma Dio lo ha risuscitato il terzo giorno e volle che egli si manifestasse non a tutto il popolo, ma ai testimoni prescelti da Dio; cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha comandato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è colui che è stato da Dio costituito giudice dei vivi e dei morti. Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati mediante il suo nome».

Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano parlare in altre lingue e glorificare Dio. (Atti 10,34-43)

Oggi accogliamo pienamente tra noi due sorelle e sei fratelli. Noi siamo una chiesa accogliente. O almeno questa è la nostra intenzione. Ed è anche la percezione che altri hanno di noi. Percezione, intenzione: non sempre ci riusciamo. Noi accogliamo, ma ci sono dei criteri per l’accoglienza?

In altre parole, ci sono delle cose che determinano se sei cristiano oppure no? Certo che ci sono: anche il gruppo umano più accogliente ha dei paletti, altrimenti non sarebbe un gruppo. Personalmente ho sempre amato l’idea di avere dei paletti, perché determinano il mio spazio di libertà. Libertà che, paradossalmente, senza paletti, non è scontata.

Ovviamente il primo paletto è se credi o meno in Gesù Cristo? Credi che Gesù è importante per la tua vita, che sia il Figlio di Dio, che sia morto e risorto per te? Essere cristiani significa portare il nome di Cristo.

Oggi abbiamo assistito al secondo paletto: hai concluso il tuo percorso battesimale? Cioè, sei stato battezzato e hai potuto dichiarare con pienezza di coscienza la tua fede in Gesù? Pensate che secoli fa questo determinava non il diventare membro pieno della chiesa, ma l’accesso fisico al luogo di culto. Se vedete le chiese cristiane antiche, il fonte battesimale non è vicino al pulpito, ma è vicino all’ingresso: l’ingresso in chiesa passa per il battesimo.

Il testo di oggi ci parla di un terzo paletto, che è incredibilmente l’abbattimento di tutti i paletti. Pietro si trova in terra straniera tra stranieri. Pietro è ebreo, Pietro è cristiano, in un momento storico in cui la distinzione tra le due identità non era drammaticamente netta come oggi. Pietro crede che essere cristiani sia un modo diverso di essere ebrei. Forse non lo sa, forse non ne è consapevole, ma dentro di sé si ritiene migliore degli altri, dentro di sé ritiene gli altri indegni di essere come lui.

Nei versetti precedenti a quelli che abbiamo ascoltato, avviene uno degli episodi della Bibbia che personalmente amo di più e credo di condividere questa preferenza con le nonne di tutto il mondo. A Pietro appare una tovaglia con ogni animale della terra, quelli che Pietro considerava puri e quelli che considerava impuri. Cioè quelli che Pietro avrebbe mangiato e quelli che non avrebbe mai mangiato. Una voce gli dice: “Prendi e mangia”. Ecco perché piace anche alle nonne! Ma Pietro inizialmente si rifiuta: non mangerò quella roba, quella è impura, quella non fa parte di me, della mia tradizione, di quello che mi hanno insegnato a mangiare. E la voce dice: «Le cose che Dio ha purificate, non farle tu impure». (Nonne, prendete nota!)

Dopo questa visione, Pietro è ospitato dal centurione Cornelio, un “uomo giusto e timorato di Dio” ci dice il testo. E Pietro capisce il senso della visione. Cornelio, un romano, un soldato, un nemico. Ma che nome è Cornelio? Un soldato con la gonna, se vi ricordate i costumi dei film. Insomma, Cornelio è quanto di più impuro, quanto di più alieno rispetto al popolo di cui Pietro fa parte.

Ed ecco il senso della visione: Le cose — ma possiamo anche dire — gli uomini e le donne che Dio ha purificate, non farle tu impure.

E allora Pietro dice: «In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali; ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito. Questa è la parola ch’egli ha diretta ai figli d’Israele, portando il lieto messaggio di pace per mezzo di Gesù Cristo. Egli è il Signore di tutti».

Perché in questa chiesa non ci sono solo i figli di valdesi? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Perché in questa chiesa non ci sono solo uomini e donne dalla pelle bianca? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Perché in questa chiesa non ci sono solo uomini e donne che parlano e comprendono pienamente la lingua italiana? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Perché in questa chiesa non ci sono solo uomini e donne di sinistra? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Perché in questa chiesa non ci sono solo uomini e donne di orientamento eterosessuale? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Perché in questa chiesa non abbiamo paura di fare entrare l’arcivescovo, la cui chiesa ha rappresentato dolore e persecuzione per i nostri antenati nella fede? Perché Cristo è il Signore di tutti.

Il paletto dei paletti è il non ritenersi migliori degli altri, è il non ritenersi destinatari esclusivi del lieto annuncio di grazia.

Cristo è il Signore di tutti. Non solo il nostro, non solo il vostro, di voi che siete diventati oggi membri a tutti gli effetti della famiglia valdese e metodista, non solo il Signore di chi si avvicina alla nostra chiesa e non ne è anche il Signore solo dei cristiani, allargando lo sguardo alle altre chiese che portano il suo nome.

Cristo è il Signore di tutti, anche di chi sta fuori, anche di chi crede in un altro Dio, anche di chi non crede ci sia un Dio. Cristo è venuto per tutti e tutte, senza esclusione alcuna. “Dio non ha riguardi personali”, dice Pietro in questi versetti.

Non abbiatene neanche voi, ma considerate ciascuno sul figlio di Dio, ciascuna qual figlia di Dio.

Questo è il dono che lo Spirito Santo vi fa oggi, che fa a ognuno e ognuna di noi.

Cristo è il Signore di tutti, anche di noi, non solo di noi.

Amen.


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