Predicazione per la benedizione del patto d’amore tra Annette Bansa e Lidia Gargano


Predicazione a cura del pastore Peter Ciaccio in occasione del culto di benedizione del patto d’amore tra le nostre sorelle di chiesa Annette Bansa e Lidia Gargano, avvenuta giovedì 20 luglio 2017.

Questo, infatti, è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e specialmente verso di voi, con la semplicità e la sincerità di Dio, non con sapienza carnale ma con la grazia di Dio. Poiché non vi scriviamo altro se non quello che potete leggere e comprendere; e spero che sino alla fine capirete, come in parte avete già capito, che noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel giorno del nostro Signore Gesù. […] Le mie decisioni sono dettate dalla carne, in modo che in me ci sia allo stesso tempo il «sì, sì» e il «no, no»? Or come è vero che Dio è fedele, la parola che vi abbiamo rivolta non è «sì» e «no». Perché il Figlio di Dio, Cristo Gesù, che è stato da noi predicato fra voi, cioè da me, da Silvano e da Timoteo, non è stato «sì» e «no»; ma è sempre stato «sì» in lui. Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui. [II Corinzi 1, 12-14.17b-20a]

Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». [Giovanni 8, 30-32]

Cara Lidia, cara Annette,
care sorelle e cari fratelli,
care amiche e cari amici,

Oggi siamo qui, in questo luogo, in questa chiesa, per ringraziare il Signore dei suoi doni, in particolare di quel che ha donato a voi due, Lidia e Annette, sostegno, conforto, coraggio e amore. L’amore di Dio per ciascuna di voi: un amore che è perseveranza, è non mollare mai. Dio non vi ha abbandonato e non vi abbandonerà. Dio vi accompagnerà sempre, perché la promessa di Dio non verrà mai meno. È grazie al suo amore che noi possiamo amare, sia il Signore stesso sia il nostro prossimo. È grazie al suo amore che voi due, Lidia e Annette, potete promettervi l’un l’altra amore, sostegno, lealtà e rispetto.

Ma in virtù di tutto questo non basterebbe volersi bene? Perché venire qui, nella vostra chiesa, a richiedere l’annuncio della benedizione di Dio? Voi due, Lidia e Annette, nell’intimo del vostro cuore, sapete già di essere benedette. Quando s’incontra l’amore, l’amore della vita, la sensazione, la consapevolezza, è quella che qualcosa di speciale, di unico, di bello è accaduto nella vita di ognuno e ognuna di noi. Quel misto di felicità, di speranza, di sicurezza, di gratitudine. C’è anche un senso di completezza, un “ce l’ho fatta anche io”.

Ecco, se sentite dentro di voi questo, perché questo culto? Avete chiesto a questa chiesa, alla vostra comunità di benedirvi, perché noi non siamo isolati, anche quando ci completiamo trovando l’amore della nostra vita. Noi non siamo isolati, noi siamo inseriti in un contesto, in un rete di relazioni. Anche per questo vi siete unite civilmente lunedì scorso in Comune. Il nostro contesto, la nostra rete di relazioni dice molto di noi, in parte ci rispecchia. Allora diventa importante cosa pensano i vostri amici, le vostre sorelle e i vostri fratelli.

E cosa pensiamo noi? Noi pensiamo bene. Noi siamo contenti per voi e anche per noi, perché dalla vostra felicità questa chiesa può trarre solo beneficio. Noi siamo contenti e pensiamo bene. E allora, se pensiamo bene, diciamo bene, bene-diciamo.

Sembra un passaggio molto semplice, se volete addirittura banale. Ma guardiamoci intorno. Quante persone nel loro cuore sanno che non c’è niente di male nel vostro amore? E quante di queste, quando parlano, dicono quello che il loro cuore ha capito? Quante preferiscono dire una parola negativa, perché finora il mondo ha detto male, ha male-detto amori come il vostro, per il semplice fatto che siete due donne. Poi, tra l’altro, voi non siete solo “due donne”: tu sei Lidia e tu sei Annette, c’è un mondo dietro a ciascuna di voi.

I testi biblici che abbiamo ascoltato ci danno delle indicazioni importanti. Non si può rispondere “sì” e “no”. O è “sì” o è “no”. In altre parole, non si può dire “sì, però…” Avete in mente quelli che dicono: “Io non sono razzista, ma…” Non si può essere allo stesso tempo razzista e antirazzista.

O sì o no. Cosa dice il nostro cuore, la nostra mente, cosa dice la nostra fede? Dice sì. Ma cosa penseranno di te, caro pastore, della tua chiesa, cosa penseranno? Molti pensano che sbagliamo, molti pensano che abbiamo deviato dalla retta dottrina, molti pensano che abbiamo tradito la Parola di Dio. Molti si scandalizzano e non si trattengono dal dirlo. E allora, cosa dobbiamo dire?

Dobbiamo dire “sì”, perché questa è la verità, è quel che abbiamo capito, è quel che sentiamo nel nostro intimo più profondo quando vediamo due persone che si vogliono bene. Sono belle due persone che si vogliono bene? Sì. Non c’è “Sì, ma…” Sono belle e basta. Dobbiamo allora dire “sì”, dobbiamo dire bene, bene-dire, anche se c’è chi dirà male di noi, chi ci male-dirà.

Perché dobbiamo? Perché noi cristiani siamo discepoli della verità. E la verità è nemica di tutto ciò che è nascosto, che è ipocrisia, che è, appunto, falsità. E come dice Gesù nel vangelo di Giovanni: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Chiaramente Gesù parla di una verità più alta, del suo essere Signore, Figlio di Dio, di essere morto e risorto per noi. Questa è la verità di cui parla Gesù. Ma possiamo noi essere discepoli di quella verità se viviamo nella falsità e ipocrisia, se diciamo alle persone omosessuali che devono nascondersi, se diciamo che valgono meno delle persone eterosessuali?

Le nostre vite, le nostre piccole biografie sono fatte di piccole verità: chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo, con chi stiamo, le nostre scelte. Dettagli rispetto alla storia dell’umanità, rispetto a grandi storie come quella di Gesù, rispetto a quelle che leggiamo nella Bibbia. Ma queste piccole verità al Signore interessano, perché ognuno e ognuna di noi è importante ai suoi occhi. Cara Lidia, tu sei importante per il Signore. Cara Annette, tu sei importante per il Signore. Care Lidia e Annette, il vostro amore fa parte della vostra vita. Per questo è importante viverlo, alla luce del sole, in un contesto pubblico, che sia il comune lunedì scorso o la chiesa valdese questa sera. Non è ostentazione: è non nascondersi, è rifuggire l’ipocrisia, è vivere nella verità.

La verità vi farà liberi. Ecco perché voi siete libere di essere qui e noi siamo liberi di dire una buona parola sulla vostra unione.

Camminando nella verità, il Signore ci benedirà, il Signore vi benedirà.

Amen.

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